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Descrizione campagna

Perchè dal “Bozzolo alla Farfalla?”

Il bozzolo è il “placet”, il piacere di ritrovare il centro di sè, è l’involucro che ci ha tenuto in vita – sospesi – nella vita prenatale, è il luogo a cui si ritorna attraversando la memoria ontogenetica che ci appartiene. Dal bozzolo alla ri-nascita, ri-uscita con le nostre individualità, con le “ali e modalità” personali e uniche che nascono dal proprio accomodamento esistenziale alle vicessitudini della vita seguendo un innato piacere e potenziale di vivere, così da riconoscere nel personale e unico direzionamento di sé il senso globale della propria storia. Ogni traccia è senso, non esiste più il comportamento insensato. Accogliere questo è il primo passo per trovare e restituire altre possibilità espressive che mettano in gioco la persona in nuovi accomodamenti possibili per sè e nuove possibilità psico-senso-motorie.

Rivivere  le varie fasi dello sviluppo della vita prenatale: dal buio alla luce, dal caos al corpo, dal seme in avanti fino alla ri-uscita ci permette di sperimentare metaforicamente lo sviluppo della vita e dell’identità.

Obiettivi:

  • Scoprire e valorizzare lo stile espressivo–comunicativo di ognuno degli ospiti partecipanti, far si che ognuno si senta accolto e riconosciuto nella sua individualità;
  • Favorire la riconquista del piacere di rapportarsi alla realtà; far si che ognuno diventi il più possibile soggetto che agisce sulla realtà trasformandola;
  • Delineare le linee guida del lavoro riabilitativo per ognuno degli ospiti partecipanti, finalizzato alla “trasformazione” e allo sviluppo delle potenzialità espressivo-comunicative latenti, definendo una o più “parole chiave“ ;
  • Realizzare “la propria farfalla”, partendo dal “proprio bozzolo” , come prodotto individuale e collettivo realizzato dagli ospiti;
  • Trasmettere agli operatori presenti e alla famiglia alcuni elementi della metodologia di lavoro della GDL.

Il Percorso:

La pulsione della vita:

l Sperimentazione dell’”essere contenuti” nel seme (o uovo) , giochi con teli di plastica e stoffa elasticizzata o cuscini, sperimentazione dello stile “concentrico  – dondolante”  relativamente al modello dei “Sei Stili prenatali”;

l Creazione del proprio caos iniziale, del proprio ambiente morbido;

l Creazione di un ‘opera con la terra, le bolle di sapone

l La vita pulsa e assapora le sensazioni, le emos-azioni del placet giochi con le luci e le ombre, attraversamento in luoghi morbidi, invischianti.

Il bozzolo:

l La scoperta dei propri piedi, delle proprie gambe, braccia, pelle, viso…tutto prende forma dentro il bozzolo, giochi di contatto con diversi materiali, gioco con i cinque sensi…che si formano;

l Gioco delle ombre, dall’inarticolato all’articolato, gioco dei “fantasmi” che nascono dall’acqua;

l Giochi musicali e di vocalizzazione;

Le ali:

l Le braccia/ali si aprono, scoperta dell’ ”ascesi” e  dello stile “melodico – articolato”, giochi psicomotori;

l Sperimentazione di giochi “melodici” con la carta crespa e vari teli;

l Contatto con materiali melodici come il miele, la panna  montata o la schiuma da barba;

l Creazione delle ali, che rispecchiano le diverse scelte e le identità differenti.

Le direzioni:

l Sperimentazione della riflessologia  mano-bocca-mente, le mani che comunicano;

l Manipolazione materiali di diverso tipo e realizzazione di opere collettive ed individuali,

l La farfalla inizia a volare con immagini, pensieri, poesie.

La festa delle farfalle:

l La catarsi, festa finale del VOLO DELLE FARFALLE

Alla fine del percorso avremo realizzato, con il contributo di tutti,  la nostra farfalla, le nostre ali, che insieme a quelle degli altri produrranno un mandala alato.

Inoltre per  ognuno degli  ospiti partecipanti verrà fatta un’osservazione individuale, eventualmente creando un “quaderno” personalizzato su cui verranno apposte  le produzioni grafico-cromatiche, le foto, le parole chiave del percorso di “trasformazione”. L’osservazione individuale verrà fatta attraverso i seguenti strumenti operativi:

  • La “Mappa Corporea” , osservazione delle posture, del tono muscolare e dei comportamenti psicomotori;
  • Lettura delle “Tracce espressive”, osservazione dei disegni e delle diverse creazioni artistiche,  delle scelte cromatiche, delle forme ricorrenti, ecc;

L’Educatrice Prof.le

Consulente GDL

Alessia Cipolletta

Cos’è la Globalità dei Linguaggi

La Globalità dei Linguaggi (GdL) è una disciplina formativa nella comunicazione ed espressione con finalità di ricerca, educazione, animazione, riabilitazione, terapia, inventata e portata avanti (da più di 40 anni) da  Stefania Guerra Lisi .

Il campo, l’oggetto specifico della disciplina è, precisamente, la comunicazione e l’espressionedegli e tra gli esseri umani. ‘Con tutti i linguaggi’ o ‘globalità dei linguaggi’ significa anzitutto apertura e disponibilità a tutte le possibilità comunicative ed espressive, verbali o non verbali, senza previe esclusioni. Significa poi un positivo interesse, studio, uso e pratica  di quanti più possibile mezzi, linguaggi, strumenti, a cominciare da quelli più fondamentali, comuni ed efficaci per la comunicazione umana, in particolare i linguaggi del corpo.

La ricerca della propria identità, che accomuna tutti gli esseri umani (disabili o no), è un processo che non ha mai fino essendo questa in continua evoluzione.

Dal punto di vista della GDL questa ricerca ruota intorno a  quattro domande :

Chi sono io?

Come mi vedono gli altri?

Cosa gli altri non sanno di me?

Come vorrei essere?

Sentirsi capiti, riuscire a rispecchiarsi nell’altro, sono fattori fondamentali nel processo della creazione di una “buona immagine di sé. L’aspettativa che gli altri hanno nei nostri confronti ci condiziona sia in positivo che in negativo.  In quest’ottica diventa prioritario, prima di valutare le capacità o incapacità di ogni persona, valorizzare la creatività,  i gusti personali e le peculiari modalità con cui  entra in relazione con l’altro e con l’ambiente. Ognuno, nell’ esprimersi con la voce, con il corpo, con il disegno, nelle proprie scelte, plasmando e modellando vari materiali, esprime memorie profonde del proprio vissuto; queste memorie ci fanno preferire un suono piuttosto che un altro, un materiale morbido piuttosto che duro, un particolare colore, dando vita ad un nostro stile personale. Ciascuno di noi quindi ha un suo particolare stile espressivo che si manifesta nelle posture, nel timbro vocale e nelle nostre scelte. Per creare una comunicazione profonda che vada oltre quella verbale, mediata come noto dal filtro della razionalità, occorre leggere e dare senso a tutte queste forme espressive; la GDL offre una chiave di lettura dello sviluppo psico-senso-motorio della persona e ci indica una strada da seguire  per permetterci di trovare un miglior equilibrio armonico. Quando l’essere umano viene accolto e valorizzato, sentendosi finalmente in  sincronia – sintonia – sinfonia con l’ambiente e ritrovando l’armonia fra mondo interno ed esterno, è possibile che accetti di “Ri-uscire” dando luogo a quella trasformazione che è lo scopo di tutte le attività riabilitative o terapeutiche.

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